mercoledì 26 settembre 2007

30enni qualche anno dopo...

Domenica ho incontrato Dan,
come chi è Dan?
Facciamo un salto indietro....
Viserba di Rimini,riviera adriatica...anni 80/90...le vacanze di un gruppo di allora diciasettenni circa...
Avete presente le vacanze con la V maiuscola,quelle che aspetti perchè hai la compagnia che ti aspetta...
Appuntamento al porto,unico posto con la spiaggia libera,brutto ma per noi poteva essere la spiaggia di Copacabana;c'era proprio tutto....il bar....un po' di ombra all'occorrenza...e noi.
La compagnia era formata da:
Sandro (Pavel) -il milanese
la Giò - la milanese
Daniele - il novarese
la Sonia - l'indigena
la Chiara - la bolognese
Stefano - il solbiatese
Renato - il solbiatese
Alessio - lo svizzero crucco

Questo era lo zoccolo duro al quale di stagione in stagione si aggiungevano tutta una serie di elementi più o meno destabilizzanti,nascevano storie e si disfavano le stesse nel giro di una stagione e di qualche bagno in mare.
Avete presente quelle vacanze fatte di discoteche da riviera,di confessioni, di litigi e riappacificazioni...eravamo uniti dalla frase :"ti ricordi quella volta che..."e via per lunghi ricordi o risate...
La cosa che mi faceva divertire di più e che mi faceva sentire importante era il rito delle partenze per tornare a casa...pianti a dirotto e ripromesse di lettere e telefonate.
Quelle promesse per un po' riuscimmo a mantenerle,riuscivamo a vederci due o tre volte all'anno in giro per l'Italia..ora a casa di Chiara ora da Sonia,qualche volta da Dan ecc...
Bello...bel periodo...spensierato...con i trentanni lontani,anzi guardando i trentenni di allora con sospetto e un po' di tristezza...pensavamo a quanto non si divertissero,mentre noi eravamo sempre a mille...

Ma domenica ho rivisto Dan...
Per caso passando con la mia vespa per Novara...erano circa cinque o sei anni che non ci vedavamo...pensate proprio al matrimonio di uno di noi...l'unico.
Citofono..Dan scende...quelle estati viserbesi erano ancora li,pronte per essere ricordate...facciamo qualche riflessione sulle nostre vite e ci rendiamo conto che il tempo è trascorso inesorabile e ora siamo noi quei trentenni che allora guardavamo con sospetto...
Triste vero...forse malinconico... ma estremamente vero e trentenne.Nessuno di quello zoccolo a parte uno si è sposato,una fanciulla ha avuto un bimbo ma ha una storia un po' tribulata...gli altri si prendono e si mollano,vanno in crisi e si rialzano,Dan continua a ballare con le sua scuola di hip hop e io continuo a curare i miei giardini.Il sospetto è che ognuno di noi si sia ormai organizzato la vita in modo da occuparla con mille impegni diversi...mah...
Forse il prossimo anno ci rincontreremo tutti,Dan ha intenzione di preparare un grande evento,un po' amarcord (detto in romagnolo)...vacanza a Viserba,sole al porto e chissà magari qualcuno tirerà ancora fuori la frase :"ma ti ricordi quella volta?"...e il tempo passato sarà solo un ricordo sbiadito...

lunedì 17 settembre 2007

Trentenni fuori dal coro

Buongiorno a tutti,
in queste settimane ho gironzolato un po' alla ricerca di qualche trentenne non stereotipato,lontano dal mojito e dalle feste forzate,insomma di trentenni che vivono una vita "normale".
Risultato?
Qualche orso in cattività l'ho trovato...
Il problema che le persone che ho contattato spesso si sentono fuori luogo in molte situazioni.
Mi dicono che i coetanei spesso sono scontati nel loro voler essere trentenni.
Ho chiesto spiegazioni ovviamente e le risposte sono state più o meno concordanti,direzionate verso una non omologazione delle età.
Tutti concordi che i trent'anni rappresentano oggi un modo di essere e di aver vissuto ma anche concordi con il non volersi nascondere dietro questa bandiera.
Sono trentenne perchè ho vissuto i cartoons anni ottanta,sono trentenne perchè non trovo casa,sono trentenne perchè ho un lavoro precario ecc...
Il campione "studiato" è forte della esperienza degli anni spesso difficili attraversati,d'altra parte chi ha passato i canonici trenta si ricorda di una parte non facile degli anni settanta e passati gli anni ottanta ha vissuto degl'ibridi anni novanta,ricchi di contaddizioni.
Così queste persone si sentono "egregi" nel senso latino del termine,ovvero fuori dal gregge...sono padri e madri di famiglia,non fanno l'aperitivo,non bevono mojito e non vanno alle feste "forzate" quelle dove spesso si vive solo il revival degli anni che sono stati,unici ambienti dove ci si sente forte perchè si parla la stessa lingua.

Questo è quello che ho ricavato da questi incontri,vite normali,da trentenni normali senza menate,gente che non è "un senza" ma senza nessuna vergogna "un con..."

Meditate gente,meditate...

lunedì 10 settembre 2007

Fuga dai locali "trentenni"?

Per la serie "storie di vita vissuta" pubblichiamo il contributo (il finale sarà vero? :-) di un amico che ci ha scritto, Armando. La cosa più interessante, a mio giudizio, non è l'episodio particolare vissuto con la donna in questione (non è né il primo né l'ultimo...:-) anche se risponde perfettamente ai vari profili che abbiamo pubblicato), ma il sempre più diffuso rifiuto di un certo tipo di locali (che c'hanno veramente nauseato) e di un certo modo "finto" di vedersi e fare attività sociale, ormai assolutamente triste. Buona lettura.

Venerdì sera. Squilla il telefono:è Gigi. Alle 22 ha appuntamento al solito pub con Paolo, Stefano e tutti gli altri del gruppo storico per una serata tra amici. Invita anche me. Rido. Rispondo che non ho voglia delle solite “rimpatriate sfigate tra amici” composta da soli uomini, chiacchiere a sfondo sessuale e birra. Avrei avuto di meglio da fare. Il sabato prima, infatti, ad una festa in collina avevo conosciuto, grazie all’intraprendenza avuta da vari intrugli alcoolici, una tipa anche abbastanza figa. Se la tenessero per loro la serata sfigata. Alle 22 in punto mi becco con la tipa. Una tardona trentacinquenne con corpetto leopardato, minigonna tigrata, stivali pitonati.
Insomma, uno zoo in libera uscita. Mi propone un locale modaiolo: “il trend house”. La tipa merita, è una bella donna accessoriata di tette labbra rifatte. Il locale invece è una caricatura di tutti gli archetipi fighetti: finto arredamento essenziale, gotan project in sottofondo, prezzi astronomici.
Lei prende come da prassi un mojto, io un cola e rhum. Spendo 30 euro per queste due consumazioni, ma sto giocando una partita e devo rischiare. Emilia (questo il nome della tardona) ostenta una palese erre moscia fasulla. Mi infastidisce ma la scollatura lenisce questo senso di malessere. Inizia a decantare il locale asserendo che si “sta tranquilli” perché è “ un bell’ambiente con bella gente”. Mi guardo intorno e vedo che la bella gente ha l’aria triste, lo stesso taglio di capelli e il pulloverino sulle spalle.” Ci sediamo sul divano.a questa distanza mi accorgo di certe aratrate intorno agli occhi che il fondotinta non è riuscito a coprire. Racconta divertita di certe sue serate fighe a club esclusivi grazie ai suoi giri di amicizie, di vacanze fatte con amiche a capoverde per provare il fascino dell’uomo esotico, delle riunioni con queste ultime a casa sua per vedersi sex in the city. Dopo mezz’
ora a chiacchierare con lei sono in piena elefantiasi ma non demordo in fondo la serata è appena cominciata e potrebbe avere dei piacevoli sviluppi. Lei è affetta da una terribile logorrea e non mi lascia parola.,mi racconta conoscenze di posticini “in” dove poter mangiare bene, di non aver nulla da invidiare alle ventenni per vita sociale, che gli uomini della sua età sono tutti vecchi (anche se non vogliono ammetterlo).Intanto ordina ancora da bere.( ci credo, per quanto parla avrà la bocca secca). Ricontinua a raccontare, in ordine: viaggio a Sharm, il suo amore per il lavoro di manager, del suo capodanno a Cortina, di stare incredibilmente bene come single e di godersi la vita. Al quinto mohito getta clamorosamente la maschera e le viene una ciucca depressiva. Mi vomita quarantanni di problemi addosso asserendo di essere sola, triste e senza un uomo. Le dico che devo andare un attimo in bagno. Entro. Osservo che proprio sulla tazza c’è una piccola finestra. Forse riesco a passarci. Riesco. Corro via, libero. Libero dalla tardona, dai problemi, dai suoi racconti di vita vissuta negli ambienti in. Corro via, felice, lasciandola sola in quel locale che lei tanto ama. Corro via veloce, felice di raggiungere gli altri, per una sana, piacevole, vecchia rimpatriata sfigata tra amici.

martedì 4 settembre 2007

Trentenni,dove vi innamorate?

Ecco qui un bello studio fresco fresco...
Dove si innamoreranno mai i trentenni?
Sembra proprio che palestre e centri fitness siano il fulcro del turbinio amoroso,pensate che almeno il 28% degli intervistati ha trovato la sua anima tra muscoli gonfi,olii profumati e saune,come a sottolineare che l'immagine non conta nulla.
Un discreto 13% si è innamorato in discoteca,una volta era la balera che tra valzer e mazurke mieteva vittime,oggi qualche decibel in più e alcool a volontà contribuiscono a "conoscersi meglio".
Il posto di lavoro occupa un ottimo 24% mentre i villaggi vacanza,fanalino di coda,seguono tristemente con un 10% di casi di innamoramento più o meno duraturo....

La nostra ricerca ha coniato inoltre un termine nuovo per definire questa categoria di trentenni,chiamandoli fitness-lovers,si tratta di un campione ben istruito,frequentatore della palestra almeno 2\3 volte a settimana e solitamente dopo il lavoro.
La palestra sembra essere comunque il luogo ideale per le trentenni le quali si sentono "meno assediate" e libere di vestire come vogliono...(come se già non lo facessero???)

Ma non sono tutte rose per le nostre belle fanciulle "sulla trentina"...
Uno studio tedesco,e quindi preciso" asserisce che le trentenni con una relazione stabile,subiscono un calo del desiderio dopo il quarto anno...sottolinea inoltre lo studio come negli uomini questo calo non si verifica se non in piccolissime percentuali...molto piccole.
L'uomo trentenne d'altra parte,sostiene lo studio,non può permettersi cali del desiderio per la semplice ragione di dover contrastare possibili rivali.
Il calo del desiderio nella giovane donna è sopperito dalla voglia di tenerezze da parte del partner sembra in maniera inversamente proporzionale,mentre nel giovane uomo....bè....si sa...

Dunque cari trentenni voi dove vi siete innamorati\e?
Questo drastico calo del desiderio sostenuto da serissimi ricercatori tedeschi è poi vero?

Il dibattito è aperto.

domenica 2 settembre 2007

Trentenni: la generazione del labirinto


Inauguriamo con questo post un angoletto culturale giusto così, per far capire che non facciamo solo le parole crociate e andiamo a fare aperitivi.
Vi segnalo questo libro di una scrittrice francese che ho trovato in giro, lo inserisco nella lista dei libri da leggere, voi fate altrettanto:

I trentenni. La generazione del labirinto. Colloqui con Isabelle Vial

di Sand Françoise, Vial Isabelle (Feltrinelli)

La descrizione cita: "Quali caratteri psicologici contraddistinguono i nati tra 1968 e 1978? Che aspirazioni hanno? Secondo la psicoterapeuta settantenne francese Françoise Sand, una cosa che balza subito all'occhio nei colloqui con questi giovani è che quanto andava da sé per le generazioni precedenti ­ come lasciare la casa dei genitori, entrare nella vita professionale, sposarsi, avere bambini, insomma diventare adulti ­ è diventato per loro un'esperienza diluita nel tempo e comunque difficile da affrontare. Si tratta di una generazione volubile, che si dà un gran daffare senza mai fissarsi definitivamente, una generazione che, se gode di un'inedita possibilità di realizzazione personale, si trova però anche a porsi domande dolorose sul senso della propria vita."

Potete comprarlo qui