Polemica trentenne?
...un antico proverbio giapponese recita:"quando c'è un problema non cercare il colpevole ma cerca la soluzione"...
Ho riletto con attenzione i post pubblicati e le relative risposte,sono passato da quelle divertenti e volutamente provocatorie a quelle più serie e positivamente critiche,ma seguendo quell'antico proverbio non vedo ancora una strada ben battuta che porti verso una soluzione del nostro "problema".
Siamo partiti mettendo al centro dei nostri discorsi il comportamento delle trentenni nei confronti del sesso opposto pari età e fino ad ora l'unica strada buona intrapresa è stata quella di giustificare il vostro e perchè no anche il nostro atteggiamento come reazione a esperienze legate al passato...
Certo le esperienze negative non aiutano,induriscono...ma è anche vero che la loro funzione dovrebbe essere formativa,educativa capace di vaccinarci verosimilmente da situazioni a noi scomode ma non per questo dovrebbero renderci terreno sterile davanti a nuove occasioni...
Molte volte ci siamo sentiti rispondere :"non voglio impegnarmi,ho sofferto troppo....adesso non è il momento sai avevo una storia che non mi faceva respirare...non riesco più ad amare come un tempo...ecc...." tutto questo non ha senso...o meglio lo ha limitatamente alla fine di una storia e all'inizio di un'altra...
Ogni storia è diversa dalle altre,ogni persona che si incontra può darci o toglierci qualcosa in più o in meno della persona incontrata precedentemente...Le nostre vite si incrociano che lo vogliamo o no,inevitabilmente stabiliamo dei rapporti gli uni con gli altri e tra questi contatti incrociamo anche quello che ci stimola...allore perchè non viverlo...
Dice Sue ellen commentando l'intervista pubblicata dal mio socio:" come dice una persona a me molto cara, si arriva alle storie già così pieni di vita... che alla fine è difficile comportarsi senza tener conto delle esperienze pregresse..."vero,ma questo non deve essere un limite,anzi può fare parte di quel confronto necessario affinchè ci si possa sovrapporre su più linee...
Quando si incontra una persona la diffidenza è normale,non è normale "vomitargli" addosso tutto quello che è stato il nostro passato sentimentale,quasi a dire io sono fatto così,ho sofferto tanto,sono una povera vittima.....difficilmente così facendo,messa da parte la diffidenza sana e naturale,ci si lascia trasportare dalla nuova avventura,amicizia o amore che sia...si spaventa inevitabilmente chi si trova davanti a noi.
Sempre citando Sue ellen:"sono le nostre esperienze passate che ci consentono di interpretare il mondo che ci circonda..." vero anche questo,ma non deve essere una scusa per rintanarsi,chiudersi in se stessi dietro una barriera imperscrutabile...
Conosco una persona a me molto vicina,che ha avuto una vita non proprio semplice,dai sentimenti alla vita strettamente personale, eppure non si è mai tirata indietro nella lotta per ricominciare...questo deve essere il principio...
Perchè un'invito a cena, a un cinema o a una semplice uscita deve sempre nascondere un secondo fine...?
Allo stesso modo mi chiedo perchè noi maschietti interpretiamo l'invito di voi femminuccie come un sicuro "giro in giostra" come dice una famosa massaggiatrice shiatsu amica mia!!
Forse dobbiamo cambiare in nostro "modus pensandi",dobbiamo riportare i rapporti sul piano della conoscenza...gli incidenti di percorso ci saranno sempre ma dovranno insegnarci a trovare la via,a guardare si criticamente quel che arriverà nel futuro ma sopratutto a non chiuderci a riccio davanti a nuove opportunità...
Ecco tutto o quasi...
Grazie per la cortese attenzione e a tutte/i auguro un buon proseguimento...